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Emergenza idrica nel Sud: censimento, nuovi collegamenti e interventi strategici

Emergenza idrica nel Sud: censimento, nuovi collegamenti e interventi strategici

La gestione delle risorse idriche nel Mezzogiorno rappresenta oggi una sfida cruciale. Nonostante l’abbondanza d’acqua in alcune aree, la distribuzione resta disomogenea e richiede un’attenta pianificazione. Fin dal secondo dopoguerra, la costruzione di infrastrutture ha permesso di connettere territori, riducendo le carenze idriche. Oggi, per affrontare le nuove criticità climatiche, è necessario rafforzare la conoscenza, il controllo e la tutela delle risorse.

L’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, guidata da Vera Corbelli, ha avviato un grande censimento di pozzi e sorgenti, già in fase avanzata, su tutto il territorio distrettuale. Un lavoro fondamentale che consentirà di monitorare sia gli acquiferi utilizzati sia quelli ancora non captati, che potranno essere strategici in caso di crisi futura. Il progetto è stato illustrato nella seduta dell’Osservatorio sugli Usi delle Risorse Idriche del 28 aprile 2025, durante la quale è stata confermata la condizione di severità idrica differenziata su tutto il Distretto, con situazioni critiche soprattutto nello schema Basento-Camastra in Basilicata, nel Reggino e nel Crotonese in Calabria. Preoccupano anche le province di Benevento e Avellino, la Puglia, il Molise e il Lazio distrettuale, con livelli di severità media in peggioramento.

Durante la seduta, la dottoressa Corbelli ha ricordato l’incontro tenutosi il 22 aprile a Bari nella sede di Acque del Sud Spa, insieme al Commissario straordinario nazionale per la scarsità idrica Nicola Dell’Acqua e al Presidente della Regione Molise Francesco Roberti. Proprio Roberti ha manifestato disponibilità a valutare la realizzazione di un collegamento strategico tra la diga del Liscione e la diga di Occhito, un’opera che favorirebbe un’equa redistribuzione della risorsa idrica su scala territoriale.

Il Commissario Dell’Acqua ha inoltre evidenziato la necessità di accelerare il completamento delle opere sulla diga di Monte Cotugno, che permetterebbero il recupero di circa 200 milioni di metri cubi di acqua potabile e per usi irrigui. Si è anche ribadita l’urgenza di ripristinare la diga del Rendina, intervento già coperto da finanziamenti. Entro la seconda decade di maggio sarà predisposto un quadro operativo dettagliato, con indicazione dei fabbisogni finanziari, dei benefici attesi e delle ulteriori opere da programmare.

Il futuro della gestione idrica nel Mezzogiorno passa quindi per una strategia che punti su censimenti, monitoraggio, infrastrutture resilienti e azioni di solidarietà tra territori, per proteggere una risorsa vitale in un contesto climatico sempre più incerto.

Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale

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