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Quindici, un laboratorio per la prevenzione frane e alluvioni in un bene confiscato alla criminalità

Quindici, un laboratorio per la prevenzione frane e alluvioni in un bene confiscato alla criminalità

È in fase di definizione a Quindici (Avellino) un’importante intesa istituzionale tra il Comune e l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale, con l’obiettivo di promuovere la prevenzione del rischio idrogeologico e rafforzare la cultura della legalità attraverso la creazione di un laboratorio tecnico e scientifico dedicato alla mitigazione degli eventi franosi e alluvionali. La novità più significativa è che la sede del laboratorio sarà ospitata in un bene confiscato alla criminalità organizzata, trasformandosi così in un simbolo di rigenerazione e riscatto civile.

Grazie all’azione della Commissione Straordinaria del Comune di Quindici, composta dal Viceprefetto Vicario della Prefettura di Matera, Vincenzo Lubrano, dalla Viceprefetto Sabrina D’Angeli e dalla Dirigente del Ministero dell’Interno Alessandra Pascarella, è stato avviato un percorso concreto di collaborazione interistituzionale con l’Autorità di Bacino, guidata dal Segretario Generale Vera Corbelli. L’accordo nasce con l’intento di costruire un punto di riferimento tecnico sul territorio, capace di contribuire in maniera efficace alla gestione del rischio idrogeologico.

Il nuovo laboratorio, che sarà insediato nel comune irpino, rappresenta una risposta concreta alla fragilità geomorfologica di un’area segnata da una delle tragedie ambientali più gravi della storia italiana recente: il disastro del 5 maggio 1998, quando oltre 2 milioni di metri cubi di fango e detriti si abbatterono su Quindici, Sarno, Siano, Bracigliano e San Felice a Cancello, provocando 160 morti e migliaia di sfollati. Il crollo del Pizzo d’Alvano innescò un evento che, per numero di vittime, fu superato solo dal disastro del Vajont (1963) e dalla Val di Stava (1985).

“L’accordo interistituzionale che stiamo finalizzando rappresenta uno strumento fondamentale di connessione tra istituzioni e territorio – ha dichiarato Vincenzo Lubrano – e un ponte utile a sviluppare sinergie per individuare soluzioni efficaci ai problemi ambientali e sociali della collettività”. Un punto di vista condiviso anche da Vera Corbelli, che sottolinea come “a 27 anni da quegli eventi, l’avvio di un laboratorio a Quindici rappresenti la volontà concreta delle istituzioni di perseguire politiche di prevenzione ambientale e gestione del rischio idrogeologico, nel rispetto delle competenze reciproche”.

La Commissione Straordinaria ha già individuato un immobile confiscato alla criminalità che sarà destinato al laboratorio, rendendo evidente come il recupero dei beni illeciti possa generare valore pubblico, conoscenza, sicurezza e legalità. Il progetto assume quindi un forte significato simbolico e operativo, configurandosi come strumento territoriale di prevenzione, memoria e rinascita.

www.distrettoappenninomeridionale.it

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(foto fornita da Ufficio stampa Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale)